Dopo la preghiera, il nostro compito principale è aiutare più ebrei possibili ad emigrare o ‘fare aliya’, come si dice in ebraico.
Inoltre forniamo aiuto umanitario quando è necessario, e aiuto pratico e finanziario durante il processo di aliya. In Israele, diamo aiuto agli olim che hanno difficoltà a stabilirsi nella Terra.
Nelle nazioni dove ci sono comunità ebraiche, stabiliamo dei contatti e spieghiamo loro l’opportunità di fare aliya, fornendo aiuto umanitario, medicine e assistenza secondo il bisogno.
Lo facciamo costituendo dei gruppi di collaboratori locali, stabilendo uffici nelle nazioni, fornendo supporto e assistenza pratica laddove necessario, aiuto finanziario alle persone che stanno raccogliendo i documenti e presenziando agli appuntamenti consolari.
‘Stiamo vedendo l’adempimento della profezia biblica’
Offriamo anche il trasporto in aeroporto a coloro che ne hanno bisogno.
Una parte importante del lavoro è la preghiera per i molti aspetti del ministero e soprattutto per quelli in cui si verificano specifici problemi. Spesso ci rapportiamo con l’Agenzia Ebraica, un’istituzione israeliana fondata per promuovere l’aliya, e li aiutiamo nell’obiettivo comune di incoraggiare l’immigrazione in Israele.
In ogni nazione in cui Ebenezer Operazione Esodo è rappresentato, non solo raggiungiamo le comunità ebraiche locali, ma insegniamo alle chiese cristiane la responsabilità che abbiamo di dare amore e assistenza pratica al popolo ebraico.
Ricordiamo l’esortazione di Isaia: : “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio” (Isaia 40:1).
‘Aiutare i sopravvissuti all’Olocausto’
Molti nelle comunità ebraiche d’Europa e dell’ex Unione Sovietica sono stati colpiti dall’Olocausto e alcuni dei loro membri più anziani vivono con memorie estremamente dolorose della perdita dei loro genitori e fratelli durante il periodo in cui i nazisti hanno invaso i loro paesi. A volte queste memorie sono troppo dolorose perché le persone riescano a parlarne e noi possiamo solo mettere un braccio di conforto sulle loro spalle, portare loro un po’ di cibo tanto necessario, abiti o medicine, e parlare loro con delicatezza della possibilità di andare in Israele. Ciò è più facile se ci sono anche parenti che desiderano andare, ma se i sopravvissuti all’Olocausto sono soli, è necessario mostrare loro molto amore per incoraggiarli a compiere un così enorme cambiamento di vita.
‘Una volta in Israele’
Continuiamo a fornire supporto dove serve. Abbiamo aperto il nostro ufficio di Gerusalemme nel 2006 proprio a questo scopo. L’aliya è un momento di grande transizione nelle vite delle persone e avere un ufficio gestito da collaboratori amichevoli, capaci e poliglotti, fa un’enorme differenza quando gli olim incappano nei problemi iniziali, come cercare una casa e un lavoro, e hanno altre complicazioni in un paese nuovo di cui non conoscono il sistema. Dove è richiesto, forniamo anche aiuto sottoforma di pacchi di cibo, materiale scolastico e scarpe per bambini, nonché aiuti finanziari per il pagamento delle prime bollette.
'La casa Haifa’
Nel 2019 abbiamo aperto una casa ad Haifa, come pietra miliare per gli olim appena arrivati che hanno problemi particolarmente difficili, come malattie acute o croniche, o problemi di mobilità, oltre che per le persone molto anziane, tra cui i sopravvissuti all’Olocausto, che non hanno parenti o amici in Israele.
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